di Michele Mereu

Il marchio Ahura nasce dalla passione di tre donne e dalla voglia di volere creare una linea di cosmetici pura, e cioè senza ingredienti potenzialmente dannosi per la pelle, come ad esempio paraffina, siliconi, peg. Una storia iniziata tredici anni fa con la produzione di una piccola linea di oli per la cura della pelle, diventata poi col tempo una gamma più vasta e completa, alla quale si sono aggiunte crme, sieri, e detergenti. Noi di Icon abbiamo incontrato Elisabetta Lolli, responsabile di produzione del laboratorio Ahura, per capire meglio la filosofia di questo brand made in Italy.

Chi siete? Come nasce l’idea di Ahura?
Ahura nasce nel 2002 dall’intersecarsi delle nostre tre vicende professionali: nello specifico io, dopo un’esperienza decennale in un laboratorio formulativo, mi sono dedicata all’approfondimento e alla ricerca in campo cosmetico. Rita Venturelli, che si occupa della parte amministrativa, dopo gli studi in Scienze agrarie, si è recata in Zambia e Mozambico dove ha seguito il progetto e lo sviluppo di cooperative femminili per la produzione vegetale e zootecnica. Ci unisce l’interesse per la medicina naturale e l’agricoltura biodinamica, che affonda le radici nello studio dell’antroposofia e del pensiero di Rudolf Steiner, ambito nel quale si è formata anche Cristina Menardi, direttore commerciale del brand.

Su quali principi si fonda il vostro marchio?
I prodotti Ahura sono il risultato di un processo di lavorazione con materie prime rigorosamente naturali di cui è possibile garantire la tracciabilità. Sono sostanze “vive” in quanto biologicamente attive, un aspetto che favorisce l’ottimale incontro con l’epidermide e l’organismo più in generale. Vengono utilizzate sia piante da coltivazione biologica prodotte da un’azienda italiana, sia piante coltivate da noi e da raccolta spontanea sui monti del triangolo lariano.

Come vengono scelti gli ingredienti?
Tutti gli ingredienti vengono scelti a partire da un criterio di assoluta purezza. Alcune materie prime pregiate provengono direttamente da progetti equosolidali in Marocco, Benin, Ecuador, Mauritius, questo per agire nel rispetto del lavoro e della dignità umana, dell’equilibrio naturale e della sostenibilità delle produzioni. È importante sottolineare che i nostri cosmetici non contengono parabeni, petrolati, siliconi, EDTA, chelanti di sintesi e lauril solfati. Una scelta assolutamente rigorosa.

Quanto lavoro e che tipo di ricerca c’è dietro a ogni prodotto?
Le scelte formulative tengono conto di moltissimi aspetti dato che ogni prodotto, per essere biologicamente sicuro, compatibile, stabile ed efficace, necessita di mesi se non a volte anni di ricerca. Questo implica da parte nostra un costante e incessante lavoro di aggiornamento e di studio. È naturalmente anche una questione di passione per creare un prodotto sempre di maggior qualità.

Che significato ha per voi l’espressione Made in Italy?
Per noi la parola –made in Italy, non è solo una semplice etichetta, ma è piuttosto una vera e propria affermazione di qualità e un’assunzione di responsabilità verso il pubblico e la clientela che ripone la propria fiducia nei nostri cosmetici.